martedì 17 maggio 2011

Ape Nobile

A scuola dall'Ape


A scuola dall'ape: per una ecologia della mente

bee-ABC.jpgA scuola dall'ape può essere definito come un progetto work in progress per come ha saputo evolversi in risposta alle esigenze dei diversi "attori" coinvolti.

All'inizio infatti l'idea era quella di"recuperare un linguaggio comune tra scuola e mondo del lavoro come suggerito anche dagli stessi apicoltori che venendo a contatto con le scolaresche in visita al loro apiario, incontravano difficoltà di vario ordine (non ultimo quello di usare un linguaggio semplice ma appropriato), nello spiegare ai ragazzi i complessi fenomeni legati all'attività dell'ape e ai suoi rapporti con l'ambiente naturale."

Tuttavia, il progetto che con questa premessa iniziale doveva comprendere semplici nozioni di apicoltura, si è progressivamente ampliato sull'indicazione di esperienze fatte con alcune scolaresche della provincia di Pavia, al punto da assumere il carattere di un vero e proprio programma ecologico, sintetizzato in un audiovisivo dal titolo: «Uomini, fiori e api: una storia millenaria».

A scuola dall'ape è così diventata "un'esperienza didattico-educativa che da un lato intende fornire agli insegnanti un valido sussidio alla programmazione didattica e all'apicoltore mezzi espressivi e sussidi didattici adeguati alla psicologia degli alunni che frequentano la scuola dell'obbligo, dall'altro vuole arricchire di nuovi interessi il processo educative del fanciullo, favorendogli l'incontro con la natura e stimolandolo a capire la complessità dell'alleanza tra l'uomo e le altre creature, insieme alla conseguente necessità di un corretto rapporto con l'ambiente naturale."

L'evoluzione del progetto rispetto all'idea iniziale non deve però essere intesa come un semplice ampliamento del campo di indagine dallo specifico del mondo delle api al generale di quello della natura nella sua totalità.


L'oggetto di interesse portato all'attenzione dei bambini resta il mondo delle api. L'estensione riguarda invece le deduzioni che permettono di generalizzare quanto appreso su e da questi insetti al mondo circostante.

"Chi si occupa di educazione sa (o dovrebbe sapere) che la cosa più importante di un dato complesso di notizie (nel nostro caso si tratta della vita delle api) è quella di riconoscere l'idea-base che tiene insieme tutte le parti di cui esse sono costituite le quali, a loro volta, acquistano valore soltanto se vengono considerate in funzione dell'idea-base.


"Non è affatto necessario che l'uomo della strada sia informato della più recente teoria dell'universo e dell'ultimo ormone scoperto - sosteneva in proposito il grande storico della scienza George Sarton -  ma è quanto mai necessario che comprenda il più chiaramente possibile lo scopo e i metodi della Scienza".

Ciò che conta, poi, non è soltanto "cosa" si insegna, ma "come": il più modesto dei contenuti si rivela ricco agli effetti della maturazione della mente se viene fatto acquisire mediante una ricerca intelligente delle cose e delle relazioni tra le cose.


Gli insegnanti, che conoscono i vantaggi di un insegnamento così strutturato, sono consapevoli che si perde tempo prezioso quando l'intelligenza dei loro allievi non è esercitata in forme adeguate e produttive.
"

E quale modo migliore dell'osservazione diretta per esercitare l'intelligenza degli allievi?


Infatti, come il progetto "Il mondo di Milli", anche A scuola dall'ape punta tutto sul contatto diretto dei bambini con il mondo delle api

La differenza semmai sta nel fatto che mentre nel progetto di Conapi sono le api a entrare in aula portate in una teca dagli apicoltori, in A scuola dall'ape sono i bambini ad andare all'apiario a vedere come e dove vivono questi insetti e a vedere dal vivo le varie fasi di raccolta e lavorazione del miele.


L'IMPORTANZA DELL'OSSERVAZIONE DELLA NATURA


La differenza potrebbe essere importante, soprattutto se si considera che per il bambino, come per l'adulto, osservare la Natura è osservare la realtà.

"Le scienze naturali, più di ogni altra disciplina, si prestano ad un insegnamento attivo perché suscitano la partecipazione diretta dell'allievo. Non si tratta di una possibilità remota perché la scienza è a nostra disposizione nella realtà che ci circonda: basta saperne interpretare i messaggi.


Tuttavia l'osservazione, come viene effettuata dal fanciullo, dentro e fuori la scuola, è prevalentemente spontanea perché è diretta unicamente dagli interessi occasionali che sorgono in lui e si esplica attraverso intuizioni globali, nelle forme del sincretismo che guida all'apprendimento mediante l'osservazione del tutto e non delle singole parti.


La scuola promuove il passaggio dall'osservazione spontanea a quella guidata a condizione che vi sia una riflessione provocata dall'insegnante su ciò che è stato osservato o che si sta osservando. A sua volta la riflessione sorge solo dall'osservazione, la quale suggerisce dati e idee, e favorisce l'analisi del "tutto" globale come riconoscimento delle parti componenti e delle relazioni tra le singole parti.


Inoltre, la riflessione sull'osservazione rende migliore la capacità di osservare perché fornisce strumenti mentali più raffinati, perfeziona il modo di vedere le cose, ma soprattutto fa sorgere problemi là dove prima erano soltanto fatti. Così l'osservazione spontanea diviene intenzionale, cioè libera, rivolta a soddisfare interessi permanenti in una successione organica, che è apprendimento vero e proprio perché è assimilazione e integrazione di esperienze successive.
"

Resta però da chiedersi perché l'osservazione della Natura dovrebbe avere un valore educativo e soprattutto come possono le api in particolare insegnare l'ecologia.


È presto detto
. Il pedagogista prussiano Friedrich Adolph Wilhelm Diesterweg, (1790-1866) sosteneva che:  



"... la natura è il libro sul quale troviamo la scrittura più antica e più conservata. Essa parla a noi nello stesso modo in cui parla ai primi uomini .... si rivolge all'intelligenza.  Deve perciò essere studiato."

Seguace delle teorie romantiche di Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827), Diesterweg contribuì notevolmente allo sviluppo della cosiddetta pedagogia sociale occupandosi di educazione nella scuola elementare, ed in particolare del problema di integrare la teoria con la pratica (a lui si deve la massima "imparare a fare attraverso il fare").

Oggi questo è un dato acquisito dagli educatori e in ogni disciplina scolastica si cerca sempre di affiancare
, ove possibile, esperienze pratiche alle lezioni teoriche. Le scienze naturali in particolare si prestano bene a questo tipo di integrazione anche per quel che concerne uno e dei suoi settori più "di moda" in questi ultimi anni: l'ecologia.


"L'opinione pubblica e, di riflesso, anche la scuola l'hanno scoperta solo di recente ma ne hanno fatto subito oggetto di conversazione e vivo interesse tanto che oggi è un argomento inflazionato. Avvicinarsi all'ecologia non è però facile soprattutto se lo si vuole fare nel modo corretto. Chi nella scuola vuole interessarsi di ecologia va, inevitabilmente, alla ricerca di ambienti incontaminati, sempre più rari e talmente lontani che tutte le buone intenzioni si esauriscono in breve tempo. Si finisce così per fotografare a ripetizione la discarica inquinante alla periferia del paese o altre simili nefandezze a portata di mano svuotando di interesse un argomento di considerevole importanza, anche se ci rappresenterebbe un indizio che la natura separata dall'uomo non esiste.


Studiare la natura, come rileva acutamente Arnould Clausse: "vuole dire studiare con discernimento, sapendo ciò che si vuole cioè conoscendo il ruolo e il posto di questa attività sul piano generale (il fiume, lo stagno, il villaggio), ma può voler dire installare a scuola un acquario o occuparsi dell'allevamento dei conigli".


E ancora: "Lo studio deve essere condotto nella misura in cui questo sforzo e questa presa di coscienza ci consentono di acquistare una conoscenza e una comprensione più vasta e più profonda della totalità degli esseri e delle relazioni reciproche tra le cose, le idee e l'ambiente, per le quali si realizza la nostra vita ... Il valore di un individuo si misura dall'ampiezza e dalla quantità dei rapporti che ha saputo stabilire con gli elementi molteplici di un ambiente di cui egli è al centro".


Esistono quindi due modi per studiare la natura: conoscerla acquisendo una maggior conoscenza teorica intorno ad essa; concorrere a proteggerla acquisendo una maggior conoscenza in senso pratico-operativo.


Per questa ragione l'ecologia deve diventare qualcosa di più di una parola astratta da usare a piacimento quando si intende ritornare all'antico amore per la natura
".


Le api in questo senso possono essere  un buon viatico per ridurre le distanze che abbiamo artificiosamente posto tra noi e la Natura.



Attraverso l'alveare
l'intero cosmo entra 
nell'uomo
rendendolo forte
e capace.


Rudolf Steiner 

In definitiva, "costruire la Scienza su idee generali derivanti dall'osservazione di contesti specifici consente di accelerare quei processi culturali che influenzeranno gli allievi per tutta la vita.
Risulta chiaro, allora, che tali procedimenti contribuiscono in modo incontestabile alla formazione intellettuale del fanciullo, favorendogli il formarsi di atteggiamenti logici trasferibili ad altre situazioni. Atteggiamenti che, alla fine, si traducono in strumenti di autentica cultura e che sono il presupposto di una vera e propria crescita dell'intelligenza.
"

Inoltre, poiché come sostengono le stesse teorie educative il contatto attivo con la natura rappresenta un importante fattore per la costruzione mentale del fanciullo, a maggior ragione la conoscenza attraverso sperimentazione diretta del mondo delle api, che come abbiamo visto anche nel progetto di Conapi si presta molto bene ad essere equiparato al nostro, favorirà nel bambino la formazione della struttura di conoscenze-base entro cui andare a inserire non solo nuove conoscenze scientifiche ma anche etico-sociali.

Fonti:


Le parti di testo in corsivo che trovate tra virgolette in questo post sono state precedentemente pubblicate dalla rivista Carnia Alpe Verde:

BARBATTINI R., PALO M. 1996 - A scuola dall'ape. Rapporto Carnia Alpe Verde: i cento progetti più verdi d'Italia. Carnia Alpe Verde: suppl. n. 1 (1996):70

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